25 luglio 2024

Ex Ilva: il piano industriale c’è, parte l’iter per la vendita del gruppo siderurgico a novembre

Non accontenta tutti, ma il piano industriale per cercare di dare un futuro all’ex Ilva adesso c’è. È stato illustrato ieri nell’incontro che si è svolto a palazzo Chigi in presenza del Sottosegretario Mantovano e dei Ministri Urso, Calderone, Fitto, Pichetto Fratin.
Dall’altra parte del tavolo, i segretari generali di Fim, Uliano; Fiom, De Palma e Uilm, Palombella.
Il ministro Urso ha annunciato che al momento ci sono sei manifestazioni di interesse: due indiane, una canadese, una ucraina e due italiane e di seguito precisato che per il Governo è prioritaria la vendita di tutto il gruppo. Soltanto se l’asta dovesse andare deserta verrebbe presa in considerazione l’ipotesi dello spacchettamento.
Il commissario Quaranta, rispondendo a uno degli argomenti che stanno più a cuore ai lavoratori e ai loro rappresentanti sindacali, ha detto che l’ammortizzatore sociale riguarderà il periodo compreso tra luglio 2024 e giugno 2026, periodo necessario per mettere in marcia tre altoforni all’acciaieria di Taranto e arrivare a 6 milioni di tonnellate annue di produzione, quantità sufficiente a garantire lavoro a tutto l’organico dell’ex Ilva.

Quaranta ha sottolineato che la “Cassa” «potrà interessare fino a 5200 lavoratori, numeri che scenderanno a 4700 come dato di partenza della discussione, come numero massimo. Questo perché al momento è in marcia solo l’altoforno 4.

Nella seconda parte di ottobre partirà l’Afo 1, mentre a fine dicembre o inizio gennaio sarà avviato altoforno 2, stabilizzato il quale si potrà fermare l’Afo 1 per manutenzione». Questi i motivi per cui potrebbe essere rivisto al ribasso il numero di persone coinvolte nella cassa integrazione che sarà a rotazione tra i lavoratori e accompagnata da un piano di formazione che coinvolgerà tutti i dipendenti del gruppo. Il commissario Fiori si è soffermato sul bando di vendita per spiegare: «verrà licenziato entro fine luglio r resterà aperto fino a settembre per raccogliere le manifestazioni d’interesse.

Valuteremo oltre al prezzo di vendita, la bontà del piano industriale, che significa mantenimento del personale, affidabilità e l’impegno alla decarbonizzazione». Nel ribadire l’importanza della ripartenza dei tre altoforni collegati però alla rotazione della cassa e alla formazione finalizzata alla transizione green degli impianti, la ministra Calderone ha annunciato che le risorse necessarie sono già inserite nel decreto coesione. A tale proposito, il segretario generale della Fim Cisl, Ferdinando Uliano, ha sottolineato: «per noi è importante mettere al centro la tenuta di tutto il personale degli stabilimenti facenti parte del Gruppo compreso i dipendenti di Ilva in Amministrazione
straordinaria».

Nell’incontro previsto per oggi i sindacalisti intendono valutare se quanto discusso ieri e da loro proposto a più riprese sarà assunto dalla discussione sulla cassa integrazione straordinaria e se ci saranno i presupposti per una discussione concreta anche degli ammortizzatori sociali.
Nella foto:
Permangono le perplessità sul volto dei componenti della rsu dello stabilimento ex Ilva di Novi: Moreno Vacchina (primo a sinistra) Federico Porrata (terzo da sinistra) e Marco Ginanneschi (a destra, in prima fila).