05 dicembre 2019

Novi Ligure. La storia di Armella e dell'ospedale in un libro

Domani, venerdì 6 dicembre, alle 17.45 presso il Salone di Rappresentanza di Palazzo Pallavicini, si svolgerà la presentazione del volume “Angelo Armella e il monoblocco ospedaliero di Novi a cinquant’anni dall’inaugurazione (1969-2019)”, pubblicato dal Centro Studi “In Novitate” Onlus e dalla casa editrice Città del silenzio, con la collaborazione della Famiglia Armella, in occasione dell’importante anniversario. All’incontro, interverranno: Gian Paolo Cabella, Sindaco di Novi Ligure, Francesca Chessa, Consigliere comunale con delega alla Sanità, Fabrizio Palenzona, già Presidente della Provincia di Alessandria, e Antonio Armella. Coordina Andrea Sisti.

Angelo Armella ha vissuto da protagonista la vita politica italiana del secondo dopoguerra. Attivo nella Democrazia Cristiana fin dagli anni della Resistenza, è stato consigliere comunale di Novi Ligure, più volte consigliere provinciale, poi presidente della Provincia di Alessandria, consigliere regionale, assessore alla Sanità della Regione Piemonte e infine deputato, a partire dal 1976, per la circoscrizione Cuneo-Asti-Alessandria, poi rieletto nel 1979. Questo libro – redatto sulla base di un’attenta ricerca condotta fra le carte dell’archivio Armella – nasce dalla volontà di ricordare l’uomo, il politico e l’amministratore, insieme con una delle opere che maggiormente è legata al suo impegno in favore del territorio: il monoblocco ospedaliero di Novi Ligure, inaugurato mezzo secolo fa e considerato all’avanguardia nell’edilizia sanitaria piemontese.

L’ospedale di Novi Ligure ha origini antiche se, in un censimento del 1592, a cura del parroco di San Nicolò, compare già il “San Giacomo” come “ricovero dei pellegrini”, situato nell’attuale via Cavour, accanto a una piccola chiesa e a una struttura che diventerà teatro. Nel 1902, dopo un lungo dibattito e grazie a un fabbricato donato dal conte Raggio, sorse il nuovo ospedale, lungo la strada per Serravalle. Nel secondo dopoguerra, la costruzione del monoblocco, sotto la guida di Armella, garantì una politica sanitaria efficiente, idonea a rispondere alle nuove e mutate esigenze di una città in pieno sviluppo industriale e demografico.