02 marzo 2018

“Easy Blues On The Seventh Day“

 

C a s s i e K e e n u m & R i c k R a n d l e t t - “ H a u n t i n g s “ ( Fox Run )

Una coppia di talento da Gainsville, Florida, la città natale del compianto Tom Petty.

Lei figlia di un predicatore battista con la passione ribelle per il blues. Lui che negli

anni ’70, al college, scopre i gruppi emergenti del British Blues ( Cream, Yardbirds,

Fleetwood Mac ), per poi risalire ai maestri afro-americani ( Robert Johnson, Muddy

Waters, Howlin’ Wolf ). La voce di Cassie, incontro ideale tra la forza brutale di Big Mama

Thornton e la dolce “soulfulness” di Susan Tedeschi è perfettamente complementare al

raffinato lavoro chitarristico di Rick. Insieme ci regalano un album che riluce per la propensione ad un blues melodico e sommesso, giocato perlopiù su temi medio lenti

e immerso in un’ atmosfera pacata e rilassante. Tutta farina del loro sacco, fatta eccezione

per la classica “Hallelujah” di Leonard Cohen, eseguita con rispetto e calore.

 

L i t t l e G . W e e v i l - “ S o m e t h i n g P o p p i n ‘ “ ( VizzTone )

Con un nome d’ arte che profuma di blues e tradizione – quello vero lo tiene ben nascosto –

il chitarrista e cantante ungherese licenzia il suo quinto lavoro, scegliendo quali luoghi di

registrazione le due attuali residenze: Budapest e Atlanta, Georgia. “Something Poppin’”

segna un deciso passo avanti nel percorso stilistico del giovane artista e presenta un’ ampia

varietà di richiami. Lo sguardo è volto soprattutto ai primi anni ’70 : blues, soul, r’n’b, funk, tracce di afro-rock e rimandi ai celebri films della “black exploitation”. Il tutto rivisitato in chiave moderna, con l’ aggiunta di inserti rap e ritmi hip-hop, con un risultato

finale davvero entusiasmante e molto personalizzato . “Rhythm & Blues del 21esimo Secolo” è il termine che lui stesso ha coniato per definirlo. In un programma tutto originale,

l’ unica “cover”, per altro molto riuscita, è la pulsante “Pusherman”, inserita da Curtis Mayfield nella cololonna sonora di “Superfly” ( 1972 ). Scelta felice e molto indicativa.

 

Sabrina Oggero Viale & Alberto Marsico - “ T h e W e d d i n g “ (Autoprodotto)

Ancora una coppia di assoluto valore. Questa volta italiana e, in particolare, piemontese !

Sabrina respira jazz dalla più tenera età. Nel suo curriculum due borse di studio alla prestigiosa Berklee School of Music di Boston, Massachussets, molte collaborazioni con

musicisti torinesi e la partecipazione a un paio di dischi di recente uscita. Alberto è invece

ormai un veterano della scena jazz e blues internazionale. Pianista precoce, ben presto

specializzatosi in quella che è da sempre la sua grande passione : l’ organo Hammond.

Due grandi maestri come Jack McDuff e Shirley Scott gli trasmettono i segreti di questo

affascinante strumento e il suo talento sboccia e si affina grazie a incontri ad altissimo

livello. Kenny Burrell, Bobby Durham, Joey De Francesco, Jimmy Witherspoon, per fare

qualche nome. Sul versante discografico, molte pubblicazioni a proprio nome che spaziano

tra jazz e blues e un paio di albums di carattere religioso - “Spiritual” e “Purple” – su Verve,

in trio con Fabrizio Bosso e Alessandro Minetto. “The Wedding” è la pregevole consacrazione su disco di un progetto di coppia inaugurato nel 2013 con il nome di “Always dare !“. In scaletta un serie di standards per lo più jazz, eseguiti con un’ eleganza e

un calore che sorprendono e ammaliano. Temi immortali come “Ain’ t Misbehavin” di Fats Waller, “Skylark” di Hoagy Carmichael e “Blues In The Night” di Harord Harlen e Johnny

Mercer. Ma poi anche “Harlem Nocturne”, “Broadway” ed “Angel Eyes”. Un po’ a sorpresa,

ma per nulla fuori luogo, “Blackbird” dal leggendario “White Album” dei Beatles e “La Più

Bella Del Mondo”, successo di Marino Marini del 1956. Perfetta l’ alchimia e l’ intesa tra i

due, che trasmettono incanto e magia e un senso di piacevole intimità. Cinque stelle tutte meritate e forse qualcosa di più…

 

J o h n n y T u c k e r - “ S e v e n D a y B l u e s “ ( HighJohn )

Proveniente da una numerosissima famiglia di contadini sudisti – ben 19 tra fratelli e sorelle ! ! ! – con la passione per la musica, Johnny Tucker giunge in California nel 1964.

Di lì a poco diventa batterista nella band Phillip Walker e inizia una lunga carriera, che

lo vede al servizio di artisti molto affermati quali, tra gli altri, Floyd Dixon, Johnny Otis, Lowell Fulson e Robert Cray. L’ esordio discografico, in coppia con James “Broadway” Thomas, arriva tardivo nel 1997 e devono trascorrere addirittura vent’ anni per vederne

il successore. Questo nuovo e tanto atteso lavoro è il frutto di serie di “sessions” avvenute

nei Big Tone Studios del chitarrista Big Jon Atkinson, ad Hayward, California. Registrato

in presa diretta, senza aggiunte e overdubs, con la tecnica preferita da Atkinson, il disco

è caratterizzato da sonorià “vintage” naturali e affascinanti. Pare di essere a Chicago, primi

anni ’60, negli studi dei fratelli Chess e si respira la presenza di Howlin’ Wolf e Willie Dixon.

Blues, soul, r&b e jump si rincorrono attraverso 15 titoli originali, che evidenziano anche

l’ impegno creativo del cantante sempre appassionato ed eloquente. Al suo fianco una band compatta e determinata, guidata da Big Jon, con l’ aggiunta di qualche ospite speciale

( Bob Corritore, Kid Ramos, Bob Welch ) . Grande blues di “vecchia scuola”, senza trucchi

e sotterfugi. Ottimo ed abbondante…

 

L e A l t r e N o v i t à :

Laurie Jane & The 45’s, Jan James, Lara And The Bluz Dawgz, Marshall Lawrence,

The Blues Bones, Nico Wayne Toussaint, Tommy DarDar, Dave Keyes, Scott Smith,

Joel Savoy, Kelli Jones, Caleb Klauder & Rebb Willms, Hermanos Herrera, Katy Guillen

& The Girls, Jane Lee Hooker, Chris Hillman, Scott Kirby, Judy Nazemetz, Corey Dennison

Band, Albert Castiglia, Steven Casper & Cowboy Angst.

 

D a l P a s s a t o :

Buddy Holly, Fats Waller, Tom Petty, Muddy Waters, Mark Hummel, Roosvelt Sykes, Barbara Dane.

 

 

B e n v e n t i a B o r d o !