10 novembre 2017

M y s t e r y T r a i n - “ B l o o d S w e a t & T e a r s B l u e s “

 

D i s c h i d e l l a S e t t i m a n a :

 

H a m i l t o n L o o m i s - “ B a s i c s “ ( Ham-Bone )

L’ ex-bambino prodigio di Houston, Texas, coccolato da celebri conterranei quali Joe Hughes e Johnny Copeland e portato in palmo di mano niente meno che da Bo Diddley, autentica icona del r’n’r, licenzia il suo nuovo lavoro e lo fa ancora una volta con una lucidità sbalorditiva. Al di là dell’ intrinseco valore musicale, peraltro molto elevato,

l’ album assume anche un aspetto sociale molto rilevante. Con “Basics” infatti il cantante

e chitarrista texano accende i riflettori sull’ iperinsulinismo, una rara malattia caratterizzata da un altissimo livello di insulina nel sangue e conseguente forte riduzione

del glucosio. Il morbo ha colpito il figlioletto di appena tre anni ed Hamilton si è fatto promotore di una vera campagna di sensibilizzazione pubblica. Il primo brano della raccolta – “Sugar Baby” – è espressamente dedicato ai bambini malati, alle famiglie che li

accudiscono con amore, ai medici che si prodigano nelle cure e agli scienziati impegnati

nella ricerca di nuovi farmaci. Qui, come in tutte le altre dodici composizioni originali della

raccolta, Loomis sfoggia il suo scintillante marchio di qualità; una bollente miscela di funk

profondamente “groovy” e blues rock innervato di soul. Hamilton non dimentica di essere

stato un talento precoce e trasforma l’ ultimo brano – “Funky Little Brother” – in una sorta

di lunga e febbrile Jam, in compagnia di tre giovanissimi chitarristi locali, di età compresa

tra i tredici e sedici anni. Rockin’ with The Boys…

 

 

J o h n n y R a w l s - “ W a i t i n g F o r T h e T r a i n “ ( Catfood )

Curriculum davvero invidiabile quello di Johnny Rawls. Ai tempi della “high school” già al

seguito di stelle di prima grandezza quali ZZ Hill, Joe Tex e le Sweet Inspirations e poi, poco

più che ventenne, direttore musicale prima per O.V.Wright e poi per Little Johnny Taylor. Due autentiche leggende del “deep soul”. Oggi, il sessantaseienne cantante mississippiano

( Columbia, 1950 ) è un elegante “gentleman” sudista che continua a sfornare pregevoli opere di soul blues di stampo tradizionale, ma sempre al passo con i tempi. Con una nutrita serie di riconoscimenti e “nominations”, maturati nel corso delle ultime stagioni,

Rawls festeggia il ventennale del felice sodalizio con l’ etichetta texana di El Paso, diretta da

Bon Trenchard e pubblica un altro album di indubbio valore artistico. Come sempre accompagnato dai fedeli Rays – Trenchaard al basso – Rawls elargisce dieci nuove brillanti

incisioni. Sei le originali e quattro le “covers”, provenienti dai repertori di Bobby Womack,

Tyrone Davis, Syl Johnson e addirittura Bob Dylan ( “I Shall Be Released” ). In copertina

Johnny è ritratto sul marciapiede di una stazione, con un treno in arrivo. Cappello, cappotto e bastone da passeggio: un autentico gentiluomo del Sud…

 

Wee Willie Walker And The Anthony Paule Soul Orchestra - “ After A While”

( Blue Dot )

Il giovane Willie Walker era già una piccola stella del gospel, quando lasciò la nativa Memphis nel 1960. Destinazione Minneapolis, Minnesota. Successivi frequenti ritorni nella

città del Tennessee, con incisioni per le leggendarie Goldwax e Checker. Ma soprattutto un

gran lavoro nelle “twin cities” ( Minneapolis e St. Paul ), non solo gospel ma anche soul e blues con varie formazioni. Da ricordare le eccellenti incisioni con i Butanes del chitarrista

Curtis Obeda. Da qualche anno Walker si è spostato artisticamente a ovest e ha trovato una sistemazione ideale nella Baia di San Francisco. Due recenti ottimi lavori per Little

Village Foundation, l’ etichetta “no profit” del tastierista Jim Pugh, e adesso questo straordinario affresco soul blues, insieme all’ orchestra dell’ impeccabile chitarrista Anthony Paule, da quattro anni “house band” ufficiale del prestigioso Festival Soul di Porretta Terme. Reduci da tre stupendi lavori con Frank Bey, altro super “soul singer”,

Paule & Co. srotolano un invitante tappeto sonoro, su cui Walker può dare libero sfogo

al suo strumento vocale incredibilmente “soulful”. I paragoni si sprecano: Ray Charles,

Sam Cooke,Otis Redding…proprio gli assoluti maestri del genere. I meravigliosi brani originali, firmati quasi sempre dalla manager Christine Vitale, che sembrano già dei

classici” e le “covers” scelte con estrema accuratezza, si spartiscono quasi equamente

il gustosissimo programma. In testa la sognante “title-track” e la favolosa “I Don’ t Want

To Take A Chance”, mid-tempo da brividi firmata dal songwriter sudista George Jackson ed eseguita all’ epoca - anni ’60 – con il partner Dan Greer. In “Lovey Dovey” , cavallo di battaglia dei Clovers nel lontano 1956, Walker duetta con Terrie Odabi, talento emergente della Bay Area. Grande soul, grande musica…Disco stellare !

 

S h e l l y W a t e r s - “ S h e l l y W a t e r s “ ( Autoprodotto )

Terzo appuntamento discografico per l’ avvenente cantante e chitarrista di origine cajun.

Nata e cresciuta in una fattoria nei pressi di Rayne, Louisiana, la piccola Shelly, che di

cognome fa anche Pellerin, ascolta tanta musica in famiglia: soprattutto swamp pop, vecchio r&b e rock’ n’ roll. Talento precoce, a soli 11 anni è gia sul palco iniseme ad una

cajun band e, poco dopo, a guidare una propria creatura più orientata verso il country.

Tra un impegno musicale e l’ altro riesce anche a partecipare al concorso “Miss Louisiana America”. Di lì a poco saluta la sua terra e inizia a viaggiare attraverso gli States: dapprima

in Texas e poi in South Carolina ( Charleston ), dove pubblica l’ album d’ esordio sotto la guida del pianista Gary Erwin ( Shrimp City Slim ). Nel frattempo diventa capitano della

Guardia Costiera e vive per otto anni su una barca a vela. Dopo il secondo album (“Drive”),

si trasferisce nel nord-est : località prescelta Portland, nel piccolo Maine., dove risiede tuttora. Nel nuovo lavoro, la bella Shelly ci propone ciò che ama maggiomente: blues, country e rock, miscelati con un feeling sincero e molto personale. A partire dall’ iniziale

Drink The Water”, quasi un piccolo omaggioa Etta James. I dodici titoli in scaletta sono

tutti originali, eccezion fatta per “Red Red Wine”, che porta la firma di Neil Diamond e una

emozionante versione di “Louisiana Rain”, vecchio classico di Tom Petty che sembra essere

stato scritto apposta per lei…

 

 

L e A l t r e N o v i t à :

Mindi Abair And The Boneshakers, Erin Harpe And The Delta Swingers, Casey Hensley,

The Reverend Shawn Amos, Andrew Chapman a.k.a. Jo Jo, Ghalia & Mama’ s Boys,

John Pagano Band, Downchild, Popa Chubby, Mojo Monkeys, Altered Five Blues Band,

Passerine, Judy Nazemetz, Janiva Magness, The Sherman Holmes Project, Terry Robb.

 

D a l P a s s a t o :

Etta James, Al Green, Blood Sweat & Tears, Roosvelt Sykes.

 

 

B e n v e n u t i A B o r d o !