D i s c h i d e l l a S e t t i m a n a :
H a m i l t o n L o o m i s - “ B a s i c s “ ( Ham-Bone )
L’ ex-bambino prodigio di Houston, Texas, coccolato da celebri conterranei quali Joe Hughes e Johnny Copeland e portato in palmo di mano niente meno che da Bo Diddley, autentica icona del r’n’r, licenzia il suo nuovo lavoro e lo fa ancora una volta con una lucidità sbalorditiva. Al di là dell’ intrinseco valore musicale, peraltro molto elevato,
l’ album assume anche un aspetto sociale molto rilevante. Con “Basics” infatti il cantante
e chitarrista texano accende i riflettori sull’ iperinsulinismo, una rara malattia caratterizzata da un altissimo livello di insulina nel sangue e conseguente forte riduzione
del glucosio. Il morbo ha colpito il figlioletto di appena tre anni ed Hamilton si è fatto promotore di una vera campagna di sensibilizzazione pubblica. Il primo brano della raccolta – “Sugar Baby” – è espressamente dedicato ai bambini malati, alle famiglie che li
accudiscono con amore, ai medici che si prodigano nelle cure e agli scienziati impegnati
nella ricerca di nuovi farmaci. Qui, come in tutte le altre dodici composizioni originali della
raccolta, Loomis sfoggia il suo scintillante marchio di qualità; una bollente miscela di funk
profondamente “groovy” e blues rock innervato di soul. Hamilton non dimentica di essere
stato un talento precoce e trasforma l’ ultimo brano – “Funky Little Brother” – in una sorta
di lunga e febbrile Jam, in compagnia di tre giovanissimi chitarristi locali, di età compresa
tra i tredici e sedici anni. Rockin’ with The Boys…
J o h n n y R a w l s - “ W a i t i n g F o r T h e T r a i n “ ( Catfood )
Curriculum davvero invidiabile quello di Johnny Rawls. Ai tempi della “high school” già al
seguito di stelle di prima grandezza quali ZZ Hill, Joe Tex e le Sweet Inspirations e poi, poco
più che ventenne, direttore musicale prima per O.V.Wright e poi per Little Johnny Taylor. Due autentiche leggende del “deep soul”. Oggi, il sessantaseienne cantante mississippiano
( Columbia, 1950 ) è un elegante “gentleman” sudista che continua a sfornare pregevoli opere di soul blues di stampo tradizionale, ma sempre al passo con i tempi. Con una nutrita serie di riconoscimenti e “nominations”, maturati nel corso delle ultime stagioni,
Rawls festeggia il ventennale del felice sodalizio con l’ etichetta texana di El Paso, diretta da
Bon Trenchard e pubblica un altro album di indubbio valore artistico. Come sempre accompagnato dai fedeli Rays – Trenchaard al basso – Rawls elargisce dieci nuove brillanti
incisioni. Sei le originali e quattro le “covers”, provenienti dai repertori di Bobby Womack,
Tyrone Davis, Syl Johnson e addirittura Bob Dylan ( “I Shall Be Released” ). In copertina
Johnny è ritratto sul marciapiede di una stazione, con un treno in arrivo. Cappello, cappotto e bastone da passeggio: un autentico gentiluomo del Sud…
Wee Willie Walker And The Anthony Paule Soul Orchestra - “ After A While”
( Blue Dot )
Il giovane Willie Walker era già una piccola stella del gospel, quando lasciò la nativa Memphis nel 1960. Destinazione Minneapolis, Minnesota. Successivi frequenti ritorni nella
città del Tennessee, con incisioni per le leggendarie Goldwax e Checker. Ma soprattutto un
gran lavoro nelle “twin cities” ( Minneapolis e St. Paul ), non solo gospel ma anche soul e blues con varie formazioni. Da ricordare le eccellenti incisioni con i Butanes del chitarrista
Curtis Obeda. Da qualche anno Walker si è spostato artisticamente a ovest e ha trovato una sistemazione ideale nella Baia di San Francisco. Due recenti ottimi lavori per Little
Village Foundation, l’ etichetta “no profit” del tastierista Jim Pugh, e adesso questo straordinario affresco soul blues, insieme all’ orchestra dell’ impeccabile chitarrista Anthony Paule, da quattro anni “house band” ufficiale del prestigioso Festival Soul di Porretta Terme. Reduci da tre stupendi lavori con Frank Bey, altro super “soul singer”,
Paule & Co. srotolano un invitante tappeto sonoro, su cui Walker può dare libero sfogo
al suo strumento vocale incredibilmente “soulful”. I paragoni si sprecano: Ray Charles,
Sam Cooke,Otis Redding…proprio gli assoluti maestri del genere. I meravigliosi brani originali, firmati quasi sempre dalla manager Christine Vitale, che sembrano già dei
“classici” e le “covers” scelte con estrema accuratezza, si spartiscono quasi equamente
il gustosissimo programma. In testa la sognante “title-track” e la favolosa “I Don’ t Want
To Take A Chance”, mid-tempo da brividi firmata dal songwriter sudista George Jackson ed eseguita all’ epoca - anni ’60 – con il partner Dan Greer. In “Lovey Dovey” , cavallo di battaglia dei Clovers nel lontano 1956, Walker duetta con Terrie Odabi, talento emergente della Bay Area. Grande soul, grande musica…Disco stellare !
S h e l l y W a t e r s - “ S h e l l y W a t e r s “ ( Autoprodotto )
Terzo appuntamento discografico per l’ avvenente cantante e chitarrista di origine cajun.
Nata e cresciuta in una fattoria nei pressi di Rayne, Louisiana, la piccola Shelly, che di
cognome fa anche Pellerin, ascolta tanta musica in famiglia: soprattutto swamp pop, vecchio r&b e rock’ n’ roll. Talento precoce, a soli 11 anni è gia sul palco iniseme ad una
cajun band e, poco dopo, a guidare una propria creatura più orientata verso il country.
Tra un impegno musicale e l’ altro riesce anche a partecipare al concorso “Miss Louisiana America”. Di lì a poco saluta la sua terra e inizia a viaggiare attraverso gli States: dapprima
in Texas e poi in South Carolina ( Charleston ), dove pubblica l’ album d’ esordio sotto la guida del pianista Gary Erwin ( Shrimp City Slim ). Nel frattempo diventa capitano della
Guardia Costiera e vive per otto anni su una barca a vela. Dopo il secondo album (“Drive”),
si trasferisce nel nord-est : località prescelta Portland, nel piccolo Maine., dove risiede tuttora. Nel nuovo lavoro, la bella Shelly ci propone ciò che ama maggiomente: blues, country e rock, miscelati con un feeling sincero e molto personale. A partire dall’ iniziale
“Drink The Water”, quasi un piccolo omaggioa Etta James. I dodici titoli in scaletta sono
tutti originali, eccezion fatta per “Red Red Wine”, che porta la firma di Neil Diamond e una
emozionante versione di “Louisiana Rain”, vecchio classico di Tom Petty che sembra essere
stato scritto apposta per lei…
L e A l t r e N o v i t à :
Mindi Abair And The Boneshakers, Erin Harpe And The Delta Swingers, Casey Hensley,
The Reverend Shawn Amos, Andrew Chapman a.k.a. Jo Jo, Ghalia & Mama’ s Boys,
John Pagano Band, Downchild, Popa Chubby, Mojo Monkeys, Altered Five Blues Band,
Passerine, Judy Nazemetz, Janiva Magness, The Sherman Holmes Project, Terry Robb.
D a l P a s s a t o :
Etta James, Al Green, Blood Sweat & Tears, Roosvelt Sykes.
B e n v e n u t i A B o r d o !